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Immagine del redattoreIlaria Imbrogno, Psicologa dell’Età Evolutiva

LEGGERE E CONTARE COL NASO ALL'INSU



“Leo e Tea, leggere e contare con il naso all'insù” (Ouverture Edizioni, Marzo 2023) è molto più di un albo illustrato: è la prova che sia possibile avviare la lettura tramite l’immaginazione e contribuire a gettare le basi, in modo ludico e immaginativo, ai primi conteggi.


Attraverso due storie attente e delicate, “Leo legge le nuvole” e “Tea conta le stelle”, l’autrice Rossella Grenci, logopedista e scrittrice, ci permette di pensare alle lettere e ai numeri in maniera creativa e coinvolgente.

Pagina dopo pagina, le illustrazioni di Angelica Regni danno vita al testo, impaginato con carattere a lettura facilitata.


É un libro da leggere con le nostre bambine e i nostri bambini.

Un libro da mimare con le mani o con tutto il corpo.

É un libro anche da colorare e ritagliare.


Facciamo un passo indietro e chiediamo direttamente alla Dr.ssa Grenci di raccontarci qualcosa in più.


Quando e perché è nata l'idea di dedicare un libro ai più piccoli?

Il mio lavoro si svolge da sempre a contatto con i bambini e le bambine. In loro trovo grande ispirazione per la genuinità e l'attaccamento alla vita nei suoi aspetti primordiali.

In particolare lavorare a fianco di bambini con difficoltà di linguaggio e/o di apprendimento mi ha da subito portato a cercare il modo migliore per avvicinarmi al loro mondo, anche attraverso l'utilizzo dei libri.

Il libro che ho dedicato ai più piccoli nasce dall'esperienza maturata negli anni e che mi ha dato conferma che imparare a leggere, a scrivere e a far di conto non è assolutamente scontato.

Far leva non solo sull'immaginazione dei bambini, ma, soprattutto, sull'apprendimento mediato dall'esposizione attraverso diversi canali sensoriali, crea una traccia stabile a livello di connessioni cerebrali e, quindi, produce un apprendimento con solide basi.

Così è nato "Leo e Tea, leggere e contare con il naso all'insù"


Com’è nata la tua vocazione per la logopedia prima e per la scrittura poi?

La mia vocazione per la logopedia credo nasca dall'essere stata figlia di una mamma insegnante di scuola primaria che aveva sempre particolare attenzione verso i bambini e le bambine che facevano fatica ad imparare o che provenivano da situazioni di disagio sociale e culturale.

La grande passione per la sua professione ha avuto sicuramente un'influenza decisiva sulla scelta di studiare logopedia e di dedicarmi al lavoro nell'ambito dell'età evolutiva.

La scrittura credo sia stata una passione che è nata insieme a me. Già a otto anni scrivevo il mio primo racconto, a dieci la mia prima poesia e così ho continuato - sostenuta dal grande amore per la lettura - a leggere e scrivere, dalla poesia al saggio, dal romanzo al manuale.


Essere mamma quale valore aggiunto ha portato alla tua professione?

Essere mamma è stata per me l'esperienza più forte, bella e, allo stesso tempo, destabilizzante della vita.

Considerando che i miei due figli sono dislessici, sono dovuta venire a patti con le loro caratteristiche personali e quelle specifiche di apprendimento: sono stati per me sia un banco di prova sia la fonte di ispirazione per alcuni dei miei lavori.

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