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Immagine del redattoreCetty Mazzei, Doula

LA SOLITUDINE DELLE MADRI TRA INDIFFERENZA E VIOLENZA OSTETRICA



Un neonato muore in un ospedale romano soffocato dal corpo della madre, che sfinita dopo 17 ore di travaglio, si è addormentata mentre lo allattava.

La donna aveva chiesto aiuto al personale sanitario perché sentiva il bisogno di riposare; aveva chiesto se fosse possibile tenere il bambino al nido, mentre lei avrebbe riposato un po', ma non le è stato concesso, come non le è stato concesso di avere accanto a sé qualcuno che la aiutasse nella gestione del neonato in quei primissimi, faticosi giorni dopo il parto.


Non si parlerà mai abbastanza della solitudine delle madri ed essa diventa tangibile quando avviene l'imponderabile, come in questo tragico episodio.


Ma la cosa che dovrebbe farci riflettere è che nella tragedia si è perso di vista il reale problema.

Qualcuno addossa la responsabilità alla mamma, alle infermiere o alle ostetriche; qualcun altro afferma che la colpa è la pratica del rooming-in; altri affermano che allattare a letto il

proprio bambino sia pericoloso.


Ma chi parla della solItudine delle madri?

Chi denuncia l'impossibilità di avere al proprio fianco (nel travaglio, nel parto e nel post parto) il compagno o una persona di fiducia a causa di assurde, inutili restrizioni?


Ancora una volta negli ospedali italiani la Nascita è intensamente violata.


Una mamma viene lasciata sola, in quel mix di emozioni, stanchezza e sfinimento che l'accudimento di un neonato comporta.

Un padre viene considerato un semplice "visitatore" e gli è concesso di trascorrere appena 30 minuti al giorno con la mamma e il bambino, se gli va bene.


E al ritorno a casa?

Quella solitudine si amplifica.


Le giornate scorrono tra latte, pannolini e stanchezza, e la cosa più semplice da fare in questi casi è dare una pacca sulla spalla, magari accompagnata dalla frase "La cosa più importante è che il bambino stia bene", voltando le spalle alle richieste di una madre che silenziosamente chiede soltanto AIUTO, SOSTEGNO, SUPPORTO e ACCUDIMENTO.


Quella mamma potrebbe essere ognuna di noi.


Un pensiero a Te e al tuo Bambino.

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