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Immagine del redattoreIlaria Imbrogno, Psicologa dell’Età Evolutiva

BAMBINI PLUSDOTATI: CHI SONO E COME RICONOSCERLI



Alto potenziale cognitivo. Plusdotazione. Gifted children.


Queste le parole utilizzate per descrivere una variegata categoria di bambini e ragazzi dotati di un’intelligenza superiore alla norma e al contempo di una marcata sensibilità, di un mondo emotivo complesso.


Questo particolare insieme di caratteristiche riguarda circa il 5-3% della popolazione. Cioè uno studente su venti.

Purtroppo sono ancora troppo pochi i docenti e i pediatri preparati; e anche i genitori spesso, non riuscendo a darsi una spiegazione sulle caratteristiche del loro bambino, si sentono soli e spaesati.


Chi sono veramente i bambini plusdotati? E come può un genitore imparare a riconoscerli?


“Avere capacità sopra la media significa avere costantemente l’emozione a fior di labbra e il pensiero ai confini dell’infinito” J. Siaud-Facchin


Il bambino plusdotato viene al mondo con un dono in più (da qui la denominazione inglese “gifted”), sin dal concepimento sviluppa peculiari caratteristiche inerenti il suo funzionamento cognitivo ed emotivo.

Nei primi anni di vita, sarà l’ambiente a sostenere e permettere lo sviluppo del suo potenziale o al contrario a frenarlo.

La famiglia prima e la scuola poi, hanno l’arduo compito di rendere il terreno fertile, affichè i doni ricevuti non vadano sprecati.

Non è semplice, ma fare informazione e iniziare a riconoscerli è già un primo passo, ricordandoci sempre che ognuno è unico e irripetibile.


I bambini plusdotati, confrontati con i loro coetanei, sono molto precoci nelle tappe evolutive.


Sono bambini con una memoria eccezionale che consente loro di ricordare e imparare in fretta; estremamente curiosi e interessati a tutto ciò che li circonda, pongono numerose domande agli adulti di riferimento, genitori, nonni, maestre e chiedono continuamente il perchè delle cose per un bisogno di conoscere e comprendere tutto, come se dovessero saziare una sete incessante di conoscenza.

Sono sempre alla ricerca di spiegazioni e non accettano facilmente risposte superficiali.

La loro curiosità li porta a sperimentare continuamente, mettendosi talvolta in situazioni pericolose.

Oltre a una grande creatività sono accompagnati da un’intensa immaginazione, può capitare che abbiano un amico immaginario sin dai due anni o riescano a sviluppare un gioco simbolico (facciamo finta di...) molto ricco e complesso.


Sono bambini con interessi molteplici e selettivi. Alcuni di loro passano da una passione all’altra e una volta esaurito l’interesse, perché tutto è stato appreso e soddisfatto, passano a un nuovo interesse lasciando i genitori profondamente stupiti, altri invece pongono la loro attenzione su un unico interesse che viene sviscerato in tutte le sue forme (per es. l’universo; il mondo animale; uno strumento musicale; etc).


La loro concentrazione è intensa, se interessati a qualcosa, possono notare più dettagli di un adulto.


Sono bambini con spiccate abilità verbali, molti di loro iniziano a parlare precocemente e mostrano da subito un vocabolario più ricco rispetto ai bambini della stessa età.

Sono spesso autodidatti nella lettura e nella scrittura, amano i libri, i documentari e i numeri.


Hanno una grande energia, che può sembrare inesauribile, soprattutto agli occhi delle mamme e dei papà stremati dal loro continuo essere in movimento con il corpo, la mente e il cuore.

Possono avere bisogno di poche ore di sonno per ricaricarsi e tornare alla carica.


Sono bambini ipersensibili ed empatici, mostrano reazioni emotive molto forti, ai nostri occhi “esagerate”, come forte rabbia, crisi di pianto, paure inconsuete.

Hanno un’elevata sensibilità e sono molto attenti ai temi di attualità, come ad esempio il rispetto per l’ambiente, la pace; hanno alti sistemi valoriali e non tollerano le ingiustizie.


Insomma, sono bambini che vengono al mondo con una luce negli occhi davvero unica e speciale.

Tocca a noi adulti continuare ad alimentarla di meraviglia e non farla spegnere mai.



Foto di Andrea Piacquadio

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